Lo “scioglimento” del Sindacato Nazionale Scrittori. Aldo De Jaco ha vinto la scommessa: non ne condivise la politica ideologica né la “sorte morale”.

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E’ meglio procedere ad una separazione da questo gruppo dirigente piuttosto che condividere una politica ideologica chiusa e priva di prospettive su cui si debbono innestare anche  dubbi di gestione”, ripeté più volte Aldo De Jaco per spiegare la necessità della scissione, operata insieme ad un folto gruppo di iscritti), dal Sindacato Nazionale Scrittori.
Oggi il redde rationem: aveva ragione e aveva visto lungo. Infatti, con il XXI Congresso (3 dicembre 2013) il Sindacato Nazionale Scrittori (SNS) ha deliberato lo“scioglimento”.
      La scissione avvenne poco più di una decina di anni fa. Fu ritenuta scelta obbligata  da un folto gruppo di autorevoli  dirigenti del SNS, tra cui Aldo De Jaco, Francesco Jovine, Antonio Piromalli , Maria Racioppi e altri. Dettero vita all’Unione Nazionale Scrittori (segretario Massimo Nardi). L’attuale scioglimento è la diretta conferma della lungimiranza di quei dirigenti che lasciarono al loro destino chi rimaneva. Per questo la UIL UNSA è erede delle volontà di politica culturale che portò a quella divisione e per questo ha sempre cercato di rinnovare la rappresentanza degli scrittori impegnandosi a renderla più incisiva e di maggior respiro.
L’idealità, l’identità, la laicità del pensiero riformista del quale la UIL è portatrice sono ben noti. Così come è ben nota la sua collocazione nell’ambito della sinistra sociale, laddove viene riconosciuto il valore della solidarietà e della partecipazione”, così dichiarava, nel 2002, il Comitato Direttivo dell’Unione Nazionale Scrittori – Presidente Aldo De Jaco e presidente onorario Stanislao Nievo – partecipando all’incontro tra i DS e il mondo della cultura indetto da Piero Fassino, Segretario dei Democratici di Sinistra, nel febbraio 2002.
La UIL UNSA saprà essere all’altezza del rinnovato ruolo politico che è chiamata a svolgere. Si dichiara favorevole  a riprendere le fila interrotte a suo tempo e a interpretare lo “scioglimento” del SNS come un contributo all’unità.  Con la volontà determinante del Sindacato Libero Scrittori Italiani (SLSI), nell’ambito unitario della FUIS, sono state già intraprese – con il concorso di tanti Autori Scrittori e di altre associazioni – azioni e procedure volte a conseguire la più ampia interpretazione dei doveri di rappresentanza e dei diritti della categoria.

“Dopo anni di appannamento”
       ”Dopo anni di appannamento”, come dichiara lo stesso SNS nel suo documento “Vertenza cultura” (del 3 ottobre 2013),  si conclude con lo scioglimento un percorso che i dirigenti del SLSI e della UIL UNSA avevano intravisto. Infatti, da tempo per non perdere e accrescere vigore alla categoria degli scrittori, insieme ad alcuni dirigenti più esperti in diritto d’autore e di proprietà intellettuale dello stesso SNS, hanno dato vita (ormai sono più di tre anni), alla Federazione Unitaria Italiana Scrittori. Questa  ha intrapreso con decisione e con grandi risultati, fin dalla sua fondazione, una politica culturale unitaria; forte nella tutela e nella promozione degli Autori/Scrittori, potendo contare  sul retaggio che le tre organizzazioni di categoria avevano conseguito nella loro più o meno lunga vita (da questo punto di vista la UIL UNSA è l’organizzazione più recente, la scissione dal SNS del Sindacato Libero Scrittori Italiani è del 1976). E’ affidato a tale proposito il patrocinio che la FUIS ha concesso per la digitalizzazione dell’archivio del SNS e della rivista “Produzione  & Cultura”.
       Il Presidente della UIL UNSA, prof. N.A.Rossi, nell’intervento di saluto al Congresso SNS di sabato 4 dicembre 2013,  ebbe a significare che lo “scioglimento”, ancorché da evitare, non doveva comunque essere valutato come diminuzione della forza di rappresentanza degli Autori/scrittori tutti. Tutt’altro. Il SLSI e la UIL UNSA, fin dai primi sentori dei possibili esiti di estinzione del SNS, si sono rapportate a quell’appannamento e hanno rafforzato con successo il processo unitario e unificante, sì che le produzioni intellettuali, artistiche e creative della FUIS non ne risentissero e anzi prospettassero modalità nuove e concrete di cui gli stessi scrittori si potessero avvalere.
         Lo scioglimento del SNS, che (come risulta nella già citata “Vertenza Cultura” )  è stato “richiesto” dalla CGIL*, è da ritenersi – immaginiamo –  una scelta dolorosa, per gli iscritti (fors’anche per la stessa CGIL) e le associazioni consorelle. Tale estinzione è stata già interpretata dal SLSI  e dalla UIL UNSA quale invito a costruire ed accrescere l’interesse per una ancor più solida politica unitaria al punto da tentare con slancio un percorso unificante  degli scrittori e delle loro associazioni. La porta è aperta perché l’insegnamento appare chiaro: una politica degli Autori/scrittori d’impianto ideologico non è più confacente all’attualità dei problemi della produzione di opere artistiche e letterarie. E’ meglio procedere – ben lo compresero Aldo De Jaco e gli altri – speditamente con orientamenti fondati sul principio che la diversità di opinioni in termini di creatività, di espressione artistica e di cultura, non può costituire elemento di divisione, ma di arricchimento.La politica unitaria e unificante della FUIS
        La FUIS, con il contributo del SLSI-CISL e della UIL UNSA, ha già intrapreso una politica di accoglienza verso gli scrittori di ogni espressione artistica (dalla letteratura al cinema, dal teatro alla lirica, alle arti visive, alle nuove espressioni artistiche, video art, computer art, ecc.), di apertura delle proprie istanze verso altre organizzazioni di categoria, verso le novità rappresentate dalle esigenze dei nuovi linguaggi e delle nuove espressioni telematiche.
Gli “Stati Generali dell’Autore” istituiti dalla FUIS, nel 2012, è forse la manifestazione che esemplifica, meglio di altre,  l’impegno a tradurre in riflessione culturale e artistica l’attività, la tutela dei diritti, della proprietà intellettuale, e a far valere la qualità federativa dell’erga omnes.
La FUIS, infatti, dell’associazionismo di categoria raccoglie l’eredità, unisce le forze migliori: si è già “mossa” verso coloro che, impegnati professionalmente come scrittori, soprattutto giovani, vogliano far parte di una organizzazione libera, in forte espansione (nel 2013 sono stati 572 i nuovi iscritti).
       Aldo De Jaco e tutti i dirigenti che uscirono dal SNS, oggi condividerebbero le scelte programmatiche realizzate dalla UIL UNSA, compresa la fondazione della FUIS e il ruolo primario di rappresentanza svolto con il SLSI (e con il SNS finché è stato possibile ).
Per questo è corretto augurare che si realizzi il miglior scioglimento possibile del SNS poiché costituirà un contributo e un rafforzamento della politica unitaria degli Autori/scrittori, condotta dalle loro organizzazioni, dove il SLSI e la UIL UNSA hanno una primaria e consolidata collocazione.


       ______
* La confluenza dei singoli iscritti “con scelta libera, volontaria e individuale” –  così è dichiarato nella comunicazione del 13 dicembre 2013  – nel Sindacato Lavoratori della Comunicazione (SLS), andrà a costituire una “sezione” o “segretariato che avrà i suoi organismi democraticamente eletti e parteciperà alla vita democratica della SLC” (si legge nella già citata “Vertenza cultura”). Il SNS è impegnato nella tutela contrattuale di dipendenti quali postelegrafonici, orchestrali, ecc… La “sezione” che si attiverà – se per scelta degli scrittori si attiverà – dovrà soggiacere a criteri e principi contraddittori, poiché in assenza della  qualità primigenia della mission propria della categoria degli Autori/scrittori: l’attività professionale dello scrittore per logica professionale, per normativa non può essere soggetta a contratti collettivi di lavoro poiché il contratto di edizione si inscrive nell’ambito del diritto privato che intercorre tra autore ed editore. Comunque sia, la prevista condizione di “sezione” degli scrittori in ambito SLC va intesa come un (ultimo?) tentativo di recupero di un appannamento che al momento ha prodotto un solo esito certo: l‘estinzione del SNS? 

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